CHI HA UCCISO MUSSOLINI?
Piazzale Loreto: una pista esoterica.
Un
cadavere orrendamente sfigurato penzolava a testa in giù dalla pensilina di una
stazione di rifornimento. Era lì, immobile, sotto un timido sole primaverile.
Quello era il cadavere di Benito Mussolini, l’uomo che per vent’anni aveva deciso
– nel bene e nel male – le sorti d’Italia. Tutt’attorno una folla ostile, che
dopo averlo osannato come un dio ora gridava, inveiva, sputacchiava e
percuoteva quel povero corpo esanime. Così si chiudeva la vicenda umana e
politica del Duce. Era il 29 aprile 1945.
Ora
vi invitiamo a cercare un altro cadavere, anch’esso impiccato a testa in giù.
Questa volta si tratta del personaggio disegnato su una carta del mazzo dei
Tarocchi: esattamente il 12° Arcano, detto l’ “Appeso”. Confrontate voi stessi
questa immagine con una foto del cadavere di Mussolini a Piazzale Loreto e
giungerete alle nostre stesse conclusioni: chi ha inscenato l’esecuzione del
dittatore ha inteso comunicare un messaggio in termini esoterici. Ma tutto
questo, naturalmente, sui libri di Storia non lo troverete mai.
L’
“Appeso” simboleggia la figura del veggente, dell’iniziato. Come nel mito di
Odino, la divinità germanica, che rimase una settimana a testa in giù per
comprendere il segreto delle Rune: lo comprese solo dopo aver visto il mondo
alla rovescia. Infatti il mondo della materia è la rappresentazione speculare,
ma opposta, del mondo soprannaturale. L’iniziato del 12° Arcano è una figura
che non ricerca attivamente la sapienza, ma si fa ricettacolo di forze magiche.
Chi ha inscenato l’esecuzione di Mussolini, ha dunque inteso attribuirgli il
titolo di iniziato. Ma di quale iniziazione stiamo parlando? E soprattutto a
quali segreti sarebbe stato iniziato il Duce?
Di
sicuro sappiamo che Mussolini, al momento della cattura, portava con sé una
valigia di pelle piena di documenti. Egli riteneva codesti documenti di importanza
tale da rappresentare una sorta di assicurazione sulla vita. Infatti gli
esecutori dell’omicidio non poterono agire fino a quando la famosa valigia non
fu nelle mani del loro mandante. Quali segreti custodiva quella valigetta?
Evidentemente si trattava delle prove documentali dei segreti di cui Mussolini
era a conoscenza. Ecco perché non si poteva giustiziare il Duce senza prima essersi impadroniti della famosa valigia.
Piazzale
Loreto fu il luogo scelto per la messinscena. Il partigiano Walter Audisio
sottolineò il valore simbolico del luogo, dove nel 1944 erano stati fucilati
quindici partigiani: occhio per occhio, dente per dente! Tuttavia la
ricostruzione non regge: in quel giorno di primavera del ’45 furono esposti i
cadaveri di Mussolini, della sua amante Claretta Petacci, del fratello di lei
Marcello e di quindici gerarchi, tra cui Mezzsoma e Pavolini, a cui fu
aggiunto, poche ore dopo, quello di Starace. Il conto, dunque, non torna, ma
non possiamo chiedere agli storici di occuparsi anche di matematica: la Storia
si fa sui documenti e la testimonianza del “colonello Valerio”, ovvero lo
stesso Audisio, ha fatto la Storia. La verità è che il nostro testimone aveva a
mala pena orecchiato una parola, di cui non comprese il significato perché non
possedeva le appropriate chiavi di lettura. Egli si limitava a riferire cose raccontategli da altri.
Il
piazzale milanese era dedicato alla Madonna di Loreto, che è oggetto di particolare venerazione nella Chiesa cattolica. Qui il cadavere di Mussolini fu portato poco prima dell’alba del giorno 29, che era una domenica: il giorno del Signore per i
cristiani. Agata Christie a questo punto direbbe che una coincidenza è solo una
coincidenza, due coincidenze sono sempre due coincidenze, ma tre coincidenze
fanno un indizio. Ecco allora la terza coincidenza: per sollevare la salma di
Mussolini, in modo da poterla appendere a testa in giù, fu usato un furgone
targato "CDV" ovvero "Città del Vaticano". Cosa ci faceva sul posto quel furgone?
Evidentemente era stato portato lì apposta. Come pure i cineoperatori, che ebbero il tempo di sistemare le attrezzature e riprendere la macabra cerimonia ad uso e consumo non solo dei contemporanei ma anche dei posteri. I mandanti dell’omicidio, evidentemente,
volevano collegare l’esecuzione del Duce con il Vaticano. Se dunque Mussolini
era un iniziato a conoscenza di segreti indicibili, quale connessione vi era
tra questi segreti e le segrete stanze della curia romana?
In
ogni caso il messaggio fu chiaramente percepito da Pio XII, tanto è vero che
egli ordinò al generale dell’Ordine dei Gesuiti di sguinzagliare i suoi uomini
per raccogliere informazioni sui comunisti italiani. Secondo gli storici di
professione tutto ciò faceva parte del piano concordato tra il Vaticano e gli
Alleati per contenere la minaccia del comunismo. Secondo noi, invece, i gesuiti andavano alla caccia di qualcosa di preciso e cioè le carte del Duce contenute
nella famosa valigetta che, secondo la vulgata popolare, sarebbe stata
recuperata proprio dal partigiano Audisio. Perché Pio XII e l’Ordine dei
Gesuiti erano terrorizzati all’idea che quelle carte finissero nelle mani del
“compagno” Stalin? La storiografia ufficiale non ce lo dice: proveremo ad
arrivarci con l’uso della logica e iniziamo facendo un passo indietro.
Mussolini
venne fucilato con Claretta Petacci il giorno 28 aprile 1945, che cadeva di
sabato, giorno sacro per la religione ebraica. Si tratta solo di un caso o
siamo di fronte a una connessione con quanto detto a proposito di Piazzale
Loreto e dell’auto targata “Città del Vaticano”? Se vogliamo prestare fede alla
pista esoterica il numero 28 per la Kabala simboleggia una rarissima preghiera,
chiamata “Birkat Hachama” e cioè “Benedizione del Sole”. Essa si può celebrare
solo una volta ogni 28 anni ovvero nel momento preciso in cui il Sole si trova
nella medesima posizione in cui si trovava al momento in cui l’Altissimo lo
creò stando alla testimonianza della Genesi. Ma poiché la Genesi è considerata
un testo sacro anche dai cristiani, il messaggio cabalistico in questo caso non
sarebbe in contrasto con la teologia di Santa Romana Chiesa. Questa sola
considerazione basterebbe a gettare un ponte tra ebraismo e cattolicesimo come
accade nei culti gnostici dei massoni e di altri gruppi esoterici. Riportiamo
ora il testo della preghiera: << Benedetto sei Tu, o Signore, nostro Dio,
Re dell'Universo, artefice delle opere della Creazione >>. Si dà il caso
che il Dio a cui si rivolgono gli israeliti con questa preghiera sia lo stesso
a cui si rivolgono i cristiani: ennesimo indizio sulla strada di
un’interpretazione gnostica dell’intera vicenda. Ma questo non è tutto: la
“Benedizione del Sole” si deve fare non in occasione dell’evento astronomico,
ma all’alba del giorno successivo. Il cadavere di Mussolini, infatti, giunge a
Piazzale Loreto alle ore 3:40 di domenica 29 aprile affinché sia giustiziato
una seconda volta, questa volta simbolicamente, nella piazza dedicata alla
Madonna madre di Cristo. Per mano, ora, di una folla inferocita di cittadini
che per vent’anni avevano salutato romanamente l' "uomo della Provvidenza" già benedetto da migliaia di preti.
Una
volta ritornato il sole nel punto in cui era al momento in cui il Signore lo ha
creato – un fatto simboleggiato, come abbiamo detto, dal numero “28” della
Kabbalah – il mondo può avere un nuovo inizio. Un inizio nel quale l’Ebraismo e
il Cristianesimo procedono a braccetto secondo quell’ideale di sincretismo
religioso propinato dalla massoneria inglese.
Anche il mese di aprile, infatti, ha un significato: è il “4” della Kabala, che simboleggia le quattro matriarche che hanno generato il popolo di Israele, il popolo con cui l’Altissimo ha stretto la sua alleanza. Questo, naturalmente, secondo una visione cabalistica e quindi ebraica della faccenda. Da un punto di vista cristiano la cosa cambia, sì, nella forma ma non nella sostanza: il sacrificio di Mussolini, qui, non è un numero ma un luogo e cioè il piazzale dedicato alla Madonna, la madre di Gesù, sceso sulla Terra per stringere una nuova alleanza tra Dio e l’Uomo. Lo testimonierebbe anche l’anno dei fatti, il 1945. In questo caso occorrere scomporre il numero nelle sue quattro cifre: del numero “4” si è già detto, mentre il “9” simboleggia i mesi della gravidanza. La gravidanza delle quattro matriarche del popolo ebraico? O la gravidanza della Vergine, madre di Dio? O di entrambe, secondo una interpretazione gnostica?
Anche il mese di aprile, infatti, ha un significato: è il “4” della Kabala, che simboleggia le quattro matriarche che hanno generato il popolo di Israele, il popolo con cui l’Altissimo ha stretto la sua alleanza. Questo, naturalmente, secondo una visione cabalistica e quindi ebraica della faccenda. Da un punto di vista cristiano la cosa cambia, sì, nella forma ma non nella sostanza: il sacrificio di Mussolini, qui, non è un numero ma un luogo e cioè il piazzale dedicato alla Madonna, la madre di Gesù, sceso sulla Terra per stringere una nuova alleanza tra Dio e l’Uomo. Lo testimonierebbe anche l’anno dei fatti, il 1945. In questo caso occorrere scomporre il numero nelle sue quattro cifre: del numero “4” si è già detto, mentre il “9” simboleggia i mesi della gravidanza. La gravidanza delle quattro matriarche del popolo ebraico? O la gravidanza della Vergine, madre di Dio? O di entrambe, secondo una interpretazione gnostica?
Proviamo
allora a tirare le somme. Mussolini fu un iniziato nel senso che fu messo a
conoscenza, o intuì, il grande segreto del Ventesimo secolo: il tentativo di
riunire le tre grandi religioni monoteiste sotto un’unica Chiesa mondiale come
hanno proclamato i principali teorizzatori del pensiero mondialista da Comenius
a Saint’Yves d’Alveydre. Tutto ciò sotto la regia della massoneria deista della
Grand Lodge of England. Fatto il concordato con la Chiesa e alleatosi con l’antisemita
Hitler in una guerra persa in partenza contro la grande finanza sionista, il Duce
aveva assolto il compito che gli “Illuminati” gli avevano affidato. Ora restava
solo un testimone scomodo tra i piedi ed ecco perché Churchill e Roosevelt lo
volevano morto.
Winston
Churchill non solo era venerabile “33” della massoneria scozzese, ma
frequentava – a quanto pare – ben nove medium tra le quali Helen Duncan e Jane
Dikinson. Il premier inglese era anche membro di un movimento puritano
giudaizzante spesso definito “Sionismo cristiano”. Questa organizzazione
credeva nell’avvento di un nuovo Salvatore nel momento in cui la Palestina
fosse tornata in mano agli Ebrei, la qual cosa fu ufficializzata con la nascita
dello Stato di Israele nel 1948 che ebbe anche la benedizione di Pio XII. Tutto
ciò sarebbe potuto accadere se Mussolini fosse stato ancora in circolazione a
quel tempo? Noi crediamo di no ed ecco
perché in una conversazione telefonica avvenuta nel 1943 Churchill affermò in modo
perentorio che Mussolini andava eliminato. In quella circostanza il suo
interlocutore Roosevelt – anch’egli alto dignitario massonico e membro della
Pillgrim’s Society – non ebbe nulla da obiettare.
Il
premier inglese però agiva da sempre anche come rappresentante degli interessi
dell’industria petrolifera inglese. Egli era stato addirittura il cervello
dietro l’operazione che aveva portato l’Ammiragliato britannico ad acquistare
il controllo della Anglo Persian Oil Company nel lontano 1913. Se Churchill è il mandante dell'omicidio Mussolini, dobbiamo ricordare la perfetta coerenza con la condotta tenuta nel 1925, quando fece ammazzare Giacomo Matteotti
per impadronirsi dei documenti che comprovavano il pagamento di mazzette a
numerosi gerarchi fascisti da parte della Sinclair Oil, società rivale della
APOC e appartenente alla galassia della Standard Oil dell’ “illuminato” David Rockefeller.
Vi
è poi la circostanza che nel 1934/1936 – guarda caso il momento in cui
l’Inghilterra e gli USA cessano di sostenere il Regime mussoliniano e diventano
i suoi più strenui nemici – l’AGIP aveva violato il “santuario” petrolifero del
Medio Oriente dove APOC e Standard Oil, questa volta, agivano in sinergia
all’interno del consorzio della Turkish Petroleum Company.
A questo punto dobbiamo aggiungere che la scena di Piazza Loreto non sarebbe completa senza questo dettaglio: Mussolini e gli altri suoi compagni di sventura furono appesi a testa in giù a una pompa di benzina della Standard Oil. Un’altra coincidenza?
La risposta potrebbero darla Eugenio Cefis e Italo Pietra, che – stando alle rivelazioni fatte negli anni ’70 dalla rivista “La Rivolta del Popolo” – rientrarono in Italia attraverso la Svizzera grazie a un finanziamento di 50 mila sterline proprio per giustiziare il dittatore. In seguito l’uno fu premiato con la presidenza dell’ENI e l’altro con la direzione de Il Giorno, quotidiano dell’ENI. Vi è poi Pier Luigi Bellini delle Stelle: l’uomo che catturò Mussolini – e che verosimilmente fu il primo ad avere tra le mani la famigerata valigetta – sarà messo a capo della Sarom Progetti. Pure Walter Audisio, che si assunse la responsabilità dell’esecuzione, fu dipendente dell’ENI. All’epoca però tutti costoro erano solo partigiani comunisti: una circostanza che avrebbe potentemente concorso a depistare i Gesuiti, in un primo momento, e generazioni di storici, poi. Quello di Churchill fu un capolavoro di disinformazione.
Nelle carte sequestrate a Dongo vi erano anche le prove dei maneggi di Bernardino Nogara, il potentissimo fondatore dello IOR? Il Duce sapeva che gli enormi introiti finanziari garantiti al Vaticano dai patti lateranensi fin dal lontano 1929 venivano convertiti in lingotti d’oro e trasferiti nelle banche americane. Il mediatore era probabilmente l’arcivescovo di New York Spellman, massone e uomo di fiducia di Pio XII fin dal 1934. Tutto questo il dittatore non poteva ignorarlo poichè già nell’agosto del 1940 un giornale fascista definiva l’alto prelato americano “un agente degli ebrei di Wall Street”: - più chiaro di così! Per concludere bisogna aggiungere che nel 1945 queste ricchezze vennero convertite in Sterline e dirottate nella City di Londra.
A questo punto dobbiamo aggiungere che la scena di Piazza Loreto non sarebbe completa senza questo dettaglio: Mussolini e gli altri suoi compagni di sventura furono appesi a testa in giù a una pompa di benzina della Standard Oil. Un’altra coincidenza?
La risposta potrebbero darla Eugenio Cefis e Italo Pietra, che – stando alle rivelazioni fatte negli anni ’70 dalla rivista “La Rivolta del Popolo” – rientrarono in Italia attraverso la Svizzera grazie a un finanziamento di 50 mila sterline proprio per giustiziare il dittatore. In seguito l’uno fu premiato con la presidenza dell’ENI e l’altro con la direzione de Il Giorno, quotidiano dell’ENI. Vi è poi Pier Luigi Bellini delle Stelle: l’uomo che catturò Mussolini – e che verosimilmente fu il primo ad avere tra le mani la famigerata valigetta – sarà messo a capo della Sarom Progetti. Pure Walter Audisio, che si assunse la responsabilità dell’esecuzione, fu dipendente dell’ENI. All’epoca però tutti costoro erano solo partigiani comunisti: una circostanza che avrebbe potentemente concorso a depistare i Gesuiti, in un primo momento, e generazioni di storici, poi. Quello di Churchill fu un capolavoro di disinformazione.
Nelle carte sequestrate a Dongo vi erano anche le prove dei maneggi di Bernardino Nogara, il potentissimo fondatore dello IOR? Il Duce sapeva che gli enormi introiti finanziari garantiti al Vaticano dai patti lateranensi fin dal lontano 1929 venivano convertiti in lingotti d’oro e trasferiti nelle banche americane. Il mediatore era probabilmente l’arcivescovo di New York Spellman, massone e uomo di fiducia di Pio XII fin dal 1934. Tutto questo il dittatore non poteva ignorarlo poichè già nell’agosto del 1940 un giornale fascista definiva l’alto prelato americano “un agente degli ebrei di Wall Street”: - più chiaro di così! Per concludere bisogna aggiungere che nel 1945 queste ricchezze vennero convertite in Sterline e dirottate nella City di Londra.
Un'altra
domanda ci ronza ora nel cervello. Nella valigetta di Mussolini vi erano le prove
dell’attività di spionaggio esercitata a favore degli anglo-americani da monsignor Montini? L’intera gerarchia cattolica era all'epoca un grande supermarket dell'informazione al servizio esclusivo del presidente Roosevelt, come ammise candidamente Pio XII in persona di fronte all’incaricato
d’affari americano Tittman nel 1941. Lo testimonia una lettera
dell’ambasciatore tedesco Von Veiszacker.
Se queste informazioni fossero divenute di pubblico dominio la reputazione del Santo Padre e l’immagine della Chiesa cattolica avrebbero subito un duro colpo. Anche la carriera di mons. Montini, all’epoca Segretario di Stato, avrebbe avuto fine. Ciò basta e avanza a spiegare l’agitazione delle alte gerarchie del Vaticano – e dei Gesuiti in particolare – a caccia di informazioni sui comunisti nel 1945? Secondo noi, sì. Vi sono quindi tutte le premesse per affermare che se quelle carte fossero esistite e fossero diventate di pubblico dominio, Montini – che per altro diverse fonti accreditano come massone – non sarebbe mai salito al trono di Pietro col nome di Paolo VI. Né vi sarebbe mai stato il Concilio Vaticano II, che già al tempo fu accusato di aver tradito l’autentico messaggio evangelico per tentare un compromesso con le istanze dell’ebraismo e della massoneria.
Se queste informazioni fossero divenute di pubblico dominio la reputazione del Santo Padre e l’immagine della Chiesa cattolica avrebbero subito un duro colpo. Anche la carriera di mons. Montini, all’epoca Segretario di Stato, avrebbe avuto fine. Ciò basta e avanza a spiegare l’agitazione delle alte gerarchie del Vaticano – e dei Gesuiti in particolare – a caccia di informazioni sui comunisti nel 1945? Secondo noi, sì. Vi sono quindi tutte le premesse per affermare che se quelle carte fossero esistite e fossero diventate di pubblico dominio, Montini – che per altro diverse fonti accreditano come massone – non sarebbe mai salito al trono di Pietro col nome di Paolo VI. Né vi sarebbe mai stato il Concilio Vaticano II, che già al tempo fu accusato di aver tradito l’autentico messaggio evangelico per tentare un compromesso con le istanze dell’ebraismo e della massoneria.
A
riscontro di queste supposizioni vi è l’intera simbologia dell'esecuzione di Mussolini e di Piazzale Loreto,
che, come abbiamo visto, sono incentrate su un messaggio di riconciliazione e di
unificazione della Chiesa cattolica col mondo ebraico sotto l’egida della
massoneria. Non a caso uno dei significati del 12° Arcano è il sacrificio:
ritorna dunque il concetto di Mussolini scelto come vittima sacrificale di
patti indicibili.
Ce
lo conferma un testimone d’eccezione come Ezra Pound, che così descrisse, in
termini esoterici, quella misteriosa e macabra liturgia: << L'enorme tragedia del sogno sulle spalle curve del/ contadino/
Manes! Manes fu conciato e impagliato / Così Ben e la Clara a Milano / per i
calcagni a Milano / Che i vermi mangiassero il torello morto >> (Cantos, LXXIV, sez. Canti pisani). Secondo
una tradizione gnostica diffusa a partire dalla seconda metà del XIX Secolo
Manes sarebbe contemporaneamente Mosè (fondatore dell’Ebraismo), Gesù (Messia
del Cristianesimo) e Mani (fondatore del manicheismo): ecco quindi ritornare il
simbolismo del sacrificio e dell’iniziato, come pure l’idea di mixare tutti i
culti in un’unica religione universale.
Come
si vede non è nostra intenzione riscrivere la Storia sostituendo i documenti
con la superstizione. Dobbiamo però riconoscere che le ricostruzioni dei nostri
storici presentano di frequente degli autentici black out dovuti non tanto alla
mancanza di fonti documentarie, quanto alla difficoltà di decodificare dei
messaggi che solo una ristretta minoranza di iniziati è in grado di leggere.
Come quell’Ezra Pound che abbiamo citato.
Lasciamo
dunque che gli ignoranti chiamino col nome di “superstizione” la
propria ignoranza e cerchiamo di investigare nei meandri della Storia italiana
per fare un po’ di luce sui grandi misteri. A partire dai rapporti tra Mussolini e gli “Illuminati”, titolo e
argomento del presente lavoro.
L'ARTICOLO CHE AVETE LETTO PROVIENE DAL SAGGIO MUSSOLINI E I SEGRETI DEGLI "ILLUMINATI" DI ENRICO MONTERMINI.
L'OPERA E' DEPOSITATA PRESSO LA SIAE ED E' TUTELATA DALLE NORME A DIFESA DEL DIRITTO D'AUTORE.
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